martedì 18 marzo 2008

Alfa 33


“Idea 33”. Con questo semplicissimo claim, nel 1983 l’Alfa Romeo presentò al pubblico il suo nuovo modello compatto, destinato a sostituire la matura Alfasud: l’Alfa 33. La gestazione della nuova auto non fu troppo complessa. Realizzata su un pianale derivato da quello dell’Alfasud, la compatta di Pomigliano si presentava come un’evoluzione, sofisticata, del modello che andava a sostituire. Tecnicamente non vi erano differenze sostanziali, ad esclusione di una razionalizzazione della meccanica: posteriormente, freni a tamburo sostituirono i precedenti dischi (evidentemente giudicati come una inutile raffinatezza su una piccola Alfa Romeo…), all’anteriore i freni a disco a ridosso del differenziale, che caratterizzavano l’Alfasud, furono sostituiti da normali dischi sui mozzi delle ruote, mentre l’azione del freno a mano si spostava convenzionalmente al posteriore (l’Alfasud aveva lo strano freno a mano che agiva avanti). A queste variazioni, si affiancava un telaio irrigidito in previsione dell’aumento di peso e delle potenze in gioco e sospensioni McPherson all’anteriore ed un poco raffinato assale rigido con barra Panhard posteriormente. Analogamente a quanto successo per l’Alfa 75, nonostante l’anzianità della base meccanica, la modernità del progetto originario permise alla neonata Alfa 33 di mantenere elevata l’immagine del marchio che la distingueva.

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